Brexit. Giocare per cambiare le regole.

Brexit, l’acronimo di Britain Exit, suona quasi provocatorio nel voler racchiudere in sei lettere tutta la complessità e le incertezze legate a un tema che da mesi ormai domina lo scenario politico-comunicativo inglese. Siamo tutti spettatori interessati dall’esito di questa partita, più o meno consapevoli delle conseguenze che, a prescindere dall’esito finale, certamente subiremo.

Continue reading

Garry Kasparov. Quando gli scacchi diventano spettacolo

In ogni professione così come in ogni sport, esistono punti di riferimento, figure che hanno fanno la storia, veri e propri simulacri ritenuti quasi insormontabili. In questo senso, dovessimo associare la figura dello scacchista per antonomasia, Garry Kasparov, a quella di un maestro della comunicazione politica, certamente questa persona sarebbe Joseph Napolitan.

Continue reading

Mikhail Tal. Il Mago di Riga

Se nel primo articolo abbiamo raccontato la storia di Tigran Petrosjan e del suo stile difensivo, oggi vogliamo parlarvi di colui che, più di ogni altro, incarna l’archetipo del giocatore di attacco. Mikhail Tal, meglio conosciuto come “Misha” o “Il mago di Riga”, è stato uno dei campioni più amati della storia degli scacchi. Il suo stile di gioco folgorante e aggressivo ha reso Tal protagonista di alcuni tra i match più emozionanti ed esaltanti mai giocati sulla scacchiera.

Continue reading

Tigran Petrosjan. La forza della difesa

Gioco posizionale, capacità di leggere in anticipo le mosse degli avversari, approccio logico, pragmatico e scientifico al gioco. In una sola parola: difesa. O se preferite, crisis management. Se fosse stato un consulente politico anziché uno degli scacchisti più forti di sempre, Tigran Vartanovich Petrosjan sarebbe senza dubbio divenuto uno dei migliori esperti nella gestione di situazioni di crisi.

Continue reading

Addio a Grillo nel simbolo del M5S: indizi di un riposizionamento?

Con l’eliminazione dell’indirizzo “beppegrillo.it”, il fondatore del Movimento Cinque Stelle esce ufficialmente e definitiivamente dal simbolo della sua creatura. Proprio ieri, infatti, si è concluso l’iter burocratico per la modifica del logo del partito che era stato avviato il 17 novembre 2015 tramite votazione online degli iscritti al blog del comico.

Continue reading

Three steps strategy. La rincorsa di Rubio verso la nomination

Domenica scorsa si è tenuto il primo round delle primarie americane. Sul fronte repubblicano fa rumore la vittoria di Ted Cruz davanti a Donald Trump, il grande sconfitto dei caucus in Iowa rilevato in testa nei sondaggi poco prima del voto.
Ma la vera notizia è stata un’altra e racconta dell’inaspettato piazzamento in terza posizione di Marco Rubio. Ai sondaggi più benevoli che lo avevano accreditato al 15%, il Senatore ha risposto con un sonoro 23% oltre la più rosea aspettativa e a un solo punto di distacco da Donald Trump.

Continue reading

Clinton contro Sanders. Le ultime mosse prima del voto in Iowa

Domenica si è svolto l’ultimo dibattito delle primarie democratiche in vista dei caucus in Iowa che inizieranno l’1 Febbraio. I protagonisti della serata sono stati indubbiamente Hillary Clinton e Bernie Sanders che hanno monopolizzato il dibattito relegando il terzo candidato, Martin O’Malley, al ruolo di mera comparsa.

Continue reading

Nuove frontiere della comunicazione politica.

La mobilitazione data-driven per le elezioni amministrative.
Nel 2012 Guillaume Legey, Arthur Miller e Vincent Pons, tre giovani francesi nati tra il 1980 e il 1983, dopo aver studiato nei migliori college della West Coast ed aver preso parte alla campagna elettorale di Obama nel 2008, decidono di tornare in Francia per dare una mano al Partito Socialista nella difficile partita delle elezioni presidenziali. Forti dei loro studi e delle loro esperienze sul campo, i tre “les Bostoniens”, come li chiama oggi la stampa francese, riescono a coinvolgere la tradizionalissima gauche d’Oltrape in un esperimento di mobilitazione su una piccola elezione locale, che sarà poi replicato su larghissima scala in occasione delle presidenziali. In quell’occasione, i tre ragazzi francesi, oggi titolari di una società di consulenza che unisce in unica denominazione i loro cognomi, riescono ad organizzare la più grande mobilitazione mai realizzata prima in Europa, portando una squadra di 80mila volontari, reclutati tramite il web, a bussare a 5 milioni di porte su tutto il territorio nazionale, raggiungendo così quasi il 10% dell’elettorato, e contribuendo in maniera decisiva alla vittoria di Francoise Hollande.

Se il risultato finale della campagna di mobilitazione francese mette in primo piano il contributo del contatto porta a porta, che, secondo successivi studi pubblicati da Legey, Miller e Pons, convince un astensionista su dieci ad andare al voto, risultando così una tecnica più efficace di affissioni, telefonate e volantinaggio, non bisogna però dimenticare il fondamentale ruolo del web.

L’importanza del web come strumento organizzativo non consiste, come molti osservatori hanno pensato, nella sola funzione di piattaforma di confronto e scambio di informazioni tra volontari e tra volontari e staff della campagna elettorale. Tramite il web diventa infatti possibile acquisire una vasta mole di dati su abitudini e attitudini (elettorali, di consumo, socio-culturali, ecc.) dell’elettorato, analizzarli, identificare micro-cluster di elettori tra loro omogeni (micro-target) e confezionare messaggi di comunicazione estremamente mirati. La nuova frontiera della mobilitazione elettorale data-driven, che affianca al porta-a-porta e al contatto diretto dei volontari, sofisticati strumenti di big data analytics e figure professionali estremamente specializzate, dopo le origini statunitensi e l’implementazione francese, è arrivata, in occasione dell’ultima tornata di elezioni comunali (le più adatte per sperimentare questa nuova modalità di campaigning), anche in Italia.

Nelle analisi che Christopher Cepernich, sociologo dei media e dei fenomeni politici presso l’Università di Torino, conduce sulla campagna elettorale per Virginio Brivio Sindaco alle amministrative 2015 nella Città di Lecco, questa nuova forma di mobilitazione entra a pieno titolo in una campagna, ormai sempre più concepita, in ottica di professionalizzazione e specializzazione, come “un processo complesso che richiede un agire razionale e strategico”, con modalità operative strutturate e rigidamente codificate: dalla raccolta dei dati alla “chiamata al voto” (GOTV: Get Out to Vote), passando per l’analisi e gestione dei dati tramite specifici software, la mappatura del territorio, e l’assegnazione di competenze specifiche e obiettivi realistici a tutti i volontari.

I nuovi metodi di mobilitazione – avvisa però il sociologo torinese – sono applicabili in modo efficiente – e perciò efficace – solo con una programmazione di 6-8 mesi di anticipo sulla scadenza elettorale. La campagna elettorale per le amministrative di maggio 2016 inizia ad essere davvero vicina!

Francesco Marrazzo

francesco.marrazzo2@unina.it