“Gli scacchi somigliano alla pallacanestro: i giocatori si passano la palla finché non trovano un varco, proprio come negli scacchi, proprio come in un attacco che porta al matto.”

– B. Fischer – 

Un genio sprezzante dai modi di fare stravaganti. La sua vita privata fu caratterizzata dalla solitudine e dall’ossessione per lo studio degli scacchi. Il genio, la tecnica e l’innovazione, tutto questo convive nella figura di Bobby Fischer, uno dei migliori giocatori di scacchi di tutti i tempi.

Robert James Fischer, meglio conosciuto come Bobby, è stato uno scacchista statunitense, Grande Maestro Internazionale e unico nativo del suo Paese ad aver vinto il titolo di campione del mondo. Appena tredicenne iniziò a frequentare la casa di Jack Collins che fu, per molto tempo, suo insegnante di scacchi, rivestendo, per certi versi, i panni di una figura paterna per un ragazzo dal carattere difficile.

Il primo vero trionfo per il giovane Fischer arrivò nel Luglio del 1956 quando vinse il campionato juniores statunitense, qualificandosi così per il campionato maggiore. Nello stesso anno giocò diverse partite brillanti, tra cui quella contro il Grande Maestro Internazionale Donald Byrne, un confronto passato alla storia come un capolavoro e che fu dichiarato da molti esperti “la partita del secolo”.

Nel gennaio 1958 Fischer vinse il campionato degli Stati Uniti, detto “Interzonale” e si qualificò per partecipare al torneo dei candidati al titolo di campione del mondo dell’anno successivo. Bobby, nemmeno quindicenne, divenne dunque “Grande Maestro”. Da qui iniziarono una lunga serie di vittorie. A cominciare da un assoluto dominio nella sua patria: per ben otto volte fu campione americano di scacchi.

Fischer completò la sua scalata al successo nel 1972, quando si aggiudicò il titolo mondiale sconfiggendo il campione russo Boris Spasskij, allora detentore del primato.

Il match si svolse a Reykjavík, Islanda, da Luglio a Settembre del 1972. La leggenda vuole che Fischer fosse pronto a ritirarsi dalla partita e che fu convinto a restare dopo la telefonata del Segretario di Stato americano Henry Kissinger.

La vittoria di Fischer ebbe soprattutto un grande valenza politica per gli Stati Uniti nel periodo della Guerra Fredda. Un successo che sottolineava come il più forte giocatore del mondo, in uno sport dominato dai sovietici fin dalla fine della Seconda guerra mondiale, fosse ora un americano.

Perse poi il titolo nel 1975 per essersi rifiutato di difendere la corona contro il sovietico Anatoli Karpov, incorrendo nella squalifica della Federazione internazionale degli scacchi.

Fischer fu un grande innovatore per il mondo degli scacchi. Nel 1988 presentò una pratica per il brevetto di un nuovo tipo di orologio digitale per scacchi che dava a ogni giocatore un periodo fissato di tempo all’inizio della partita e quindi aggiungeva una piccola quantità di tempo dopo ogni mossa. Le partite potevano essere completate più rapidamente, eliminando la necessità che la partita venisse finita in una data successiva.  Il 19 giugno 1996 Fischer annunciò e sostenne la validità di una variante degli scacchi chiamata Scacchi960 o Scacchi Fischer Random che prevede di mescolare casualmente la disposizione iniziale dei pezzi (lasciando invariata la posizione dei pedoni). La variante ha ottenuto tuttavia un moderato successo.

Fischer morì a Reykjavík il 17 gennaio 2008 lasciando al mondo degli sacchi una leggenda e a noi di g/Strategy il suo approccio tecnico e la determinazione a migliorarsi ogni giorno. Perché è solo coltivando questi talenti che si possono avere i colpi da maestro e le giuste intuizioni in grado di ribaltare anche le partite più impegnative. Proprio come Bobby Fischer ci ha insegnato nel corso della sua carriera.