Domenica si è svolto l’ultimo dibattito delle primarie democratiche in vista dei caucus in Iowa che inizieranno l’1 Febbraio.

I protagonisti della serata sono stati indubbiamente Hillary Clinton e Bernie Sanders che hanno monopolizzato il dibattito relegando il terzo candidato, Martin O’Malley, al ruolo di mera comparsa.

Il dibattito si è snodato lungo quattro temi principali (armi, riforma della sanità, finanza e politica estera) che hanno visto la ex Segretaria di Stato e il Senatore del Vermont affrontarsi a viso aperto e senza esclusione di colpi come mai era accaduto fino a questo momento.

In effetti, la notizia è proprio il cambio di approccio di Hillary Clinton, che alla luce dell’avanzamento di Sanders rilevato dai sondaggi, ha deciso di abbandonare la cordialità dei dibattiti precedenti nel tentativo di screditare il suo competitor alla nomination democratica.

Secondo RCP (Real Clear Politics), in Iowa la Clinton è in vantaggio di soli quattro punti, mentre Sanders sarebbe avanti di sei nel secondo stato dove si svolgeranno le primarie, il New Hampshire.

Dati che lo stesso Sanders non ha mancato di commentare per sottolineare la sua rimonta: “Quando la campagna è iniziata Hillary era avanti a me di ben cinquanta punti. Indovinate cosa sta succedendo: in Iowa e nel New Hampshire siamo ormai testa a testa”.

Il primo attacco di Hillary, decisamente il più duro, è stato quello sulla delicata questione delle armi dove ha dichiarato: “Sanders ha votato con la National Rifle Association, con la lobby delle armi, molte volte. Ha votato per l’immunità dei produttori e dei rivenditori delle armi”.

La replica del Senatore non si è fatta attendere, sottolineando la sua inversione di marcia sul tema testimoniata dal sostegno a una proposta di legge presentata al Congresso che prevede il ritiro della stessa immunità a produttori e rivenditori che Sanders votò nel 2005.

Il dibattito è proseguito affrontando la riforma di Wall Street. Hillary ha difeso a pieno l’operato di Barack Obama in questi anni, affermando di voler proseguire sulla stessa direzione per portare a compimento il piano del Presidente uscente. Poi ha incalzato Sanders accusandolo di essersi schierato contro Obama negli anni precedenti e di voler aumentare le tasse della middle-class.

Il Senatore ha subito raccolto l’assist per sottolineare la sua indipendenza dalle lobby di Wall Street, riservando una stoccata sia a Hillary Clinton che al repubblicano Ted Cruz: “Io non ho chiesto prestiti a Goldman Sachs”. Infine ha respinto le accuse sulle tasse replicando che il suo obiettivo sarà quello di far pagare i più ricchi, contribuendo fin dai primi cento giorni dalla sua elezione a mettere fine al declino della middle-class.

Identico approccio al tema della sanità, dove anche in questo caso la Clinton esprime la massima approvazione nei confronti dell’Obamacare e accusa Sanders di voler “sabotare” l’attuazione della riforma.

Il Senatore ha smentito categoricamente le accuse, precisando di essere da sempre un orgoglioso sostenitore dell’Obamacare, ma che al contempo è necessario pensare ai 29 milioni di americani ancora senza copertura: “Ho contribuito a scriverla, ma non basta. Bisogna andare avanti ed estenderla come un diritto per tutti”.

L’unico punto di convergenza tra i candidati è stato durante la seconda metà del dibattito, quando si è parlato di politica estera con particolare riferimento alla crisi siriana. “Nessuna forza di terra. Sosterremo l’esercito iracheno, le milizie sunnite e i curdi. Siamo riusciti a fermare la catena di rifornimento dei terroristi e le loro finanze” ha detto Hillary, alla quale si è immediatamente accodato Sanders: “Mi piace l’intenzione di Obama di provare a risolvere in modo diplomatico e non tenere gli americani in un disastroso pantano permanente”.

In conclusione, si è trattato di un dibattito combattuto e senza un chiaro vincitore del quale potete vedere i passaggi più importanti cliccando qui. Ma adesso la parola passa agli elettori dell’Iowa, mentre i candidati democratici si incontreranno di nuovo in televisione l’11 Febbraio a Milwaukee, in Wisconsin.