Il Superbowl ha appena dimostrato quanto un evento di intrattenimento, in questo caso sportivo, riesca non solo ad aggregare milioni di persone, ma anche a fare da palcoscenico per ideologie politiche.

Nonostante si stia parlando di un Paese con un ampia percentuale di popolazione e un altrettanto ampia cassa di risonanza quale gli Stati Uniti, le esibizioni artistiche e la lunga sequela di spot trasmessi durante la finale di campionato della National Footbal League hanno rappresentato un momento in cui esprimere dissenso nei confronti di Donald Trump.

Volendo tentare un parallelismo con l’esperienza a stelle e strisce, uno dei pochi eventi italiani che riescono a catturare l’attenzione dei telespettatori e del dibattito pubblico è il Festival della Canzone Italiana, quest’anno alla sua 67esima edizione.

Oltre agli artisti concorrenti, sul palcoscenico dell’Ariston si sono avvicendati personalità dello spettacolo, opinionisti, leader politici nazionali e internazionali in un vero e proprio “melting pot” di contenuti caratterizzato da un ingrediente tanto essenziale quanto prezioso: il bello della diretta.

Tra tentati suicidi, irruzioni non programmate e improvvisazioni varie, è inevitabile notare come la commistione tra musica, politica e società sia da sempre elemento caratterizzante di Sanremo.

L’edizione corrente non sembra essere da meno, a cominciare dalla presenza quotidiana di Maurizio Crozza, ormai abitué  dell’Ariston. In molti ricorderanno le polemiche e le contestazioni in diretta suscitate dalla sua imitazione di Silvio Berlusconi nel 2013.

A giorni gli italiani sarebbero andati a votare alle politiche che vedevano candidati Mario Monti, Beppe Grillo, Antonio Ingroia, Pierluigi Bersani e lo stesso Cavaliere.

La contestazione inizialmente fomentata da solo un paio di persone, fu tanto decisa da impossibilitare il proseguimento dello spettacolo del comico. Nonostante la maggior parte del pubblico presente si fosse dimostrata contraria ai metodi poco corretti dei contestatori, che manifestarono la propria disapprovazione con fischi e insulti. Alcuni esponenti del Pdl, come l’allora Consigliere d’Amministrazione Rai, Antonio Verro, dichiararono il proprio dissenso nei confronti dell’esibizione di Crozza.

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Maurizio Crozza a Sanremo 2013 – 12/02/2013… di MrDieselTeam[/x_video_embed]

Quando le intercettazioni di Marra e le sconfitte di Virginia Raggi erano ancora ben lontane, come ben ricordiamo Beppe Grillo intratteneva il popolo italiano attraverso monologhi che difficilmente risparmiavano politici, giornalisti e autori, sviluppando invettive su tematiche che col senno di poi potremmo considerare embrionali di quelli che ora sono i fondamenti principali del Movimento 5 Stelle.

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Durante l’edizione del 1989 gli attacchi di Grillo si focalizzarono specialmente su Silvio Berlusconi e Jovanotti, ma la sua incursione più politica è probabilmente quella del 2014, quando sparò a zero contro la televisione pubblica (“la Rai è la responsabile del disastro di questo Paese”, disse), i media nazionali e Matteo Renzi.

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Non solo gli show dei comici hanno però rappresentato una manifestazione politica. A modo loro, due sono gli episodi più evidenti in cui un disagio sociale si è manifestato all’insaputa degli autori televisivi, del pubblico e dei conduttori, sul palco dell’Ariston.

Nel 1995 Giuseppe Pagano, quarantenne disoccupato, appare sulla balconata difronte al palco minacciando il suicidio. È il presentatore, all’epoca Pippo Baudo, a farlo desistere.

L’evento si inserisce all’interno di un clima politico decisamente teso. Da una decina di giorni era salito al Governo Lamberto Dini, in seguito alla caduta del primo Governo Berlusconi.

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Episodio simile è quanto accaduto nella più recente edizione del 2014, durante la conduzione di Fabio Fazio. Anche quest’ultimo fu interrotto in maniera simile dalla protesta di due disoccupati arrivati da Napoli e Caserta e che salirono su una struttura del teatro minacciando di buttarsi giù per manifestare contro la situazione del lavoro in Campania. Anche questa volta l’imprevisto venne arginato.

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Tra i pochi politici che hanno invece fisicamente varcato il palco di Sanremo, anche Michail Gorbaciov. Era il 1999 e l’ex leader dell’Urss era ormai un cittadino quasi comune nel suo Paese e durante il suo intervento alla kermesse musicale italiana elogiò il Papa e criticò i partiti, senza dimenticare che introdusse anche l’esibizione di Antonella Ruggieri.

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