In un momento in cui l’Europa vive una diffusa frammentazione politica, le elezioni Presidenziali in Francia che si terranno in primavera rappresentano uno degli eventi che più determinerà la solidità del Vecchio Continente.

All’interno dello scenario francese la figura che in coda al 2016 ha suscitato più sorpresa è quella di Francois Fillon, il candidato dei Républicains che il 23 aprile 2017 dovrà fronteggiare l’euro-scettica Marine Le Pen.

La corsa di Fillon si è dimostrata degna di nota non solo per aver sconfitto sia Alain Juppé che l’ex capo di Stato Nicolas Sarkozy, di cui per cinque anni fu Primo Ministro, ma anche per aver avviato una campagna elettorale riuscendo a mantenere uno stile “classico” coniugato alle nuove esigenze mediatiche dei canali online, il tutto coltivando uno stile moderato.

Il programma politico di Fillon è stato da subito caratterizzato dalla volontà di proporre un ampio ventaglio di riforme. Dando priorità assoluta alla liberalizzazione dell’economia francese, se eletto, il candidato del centrodestra si è infatti detto pronto ad avviare una serie di provvedimenti economici volti a far ripartire l’economia del Paese: la riduzione della spesa pubblica, l’armonizzazione delle pensioni e l’aumento della TVA, l’imposta equivalente della nostra IVA, sono alcune delle misure che intende introdurre.

Una serie di movimenti che decisamente non nascondono la sua impronta liberale, che si riflette in maniera chiara anche in tema di politica estera.

In merito alla necessità di migliori sistemi di sicurezza interna, purtroppo spesso minacciata e colpita da attacchi terroristici, Fillon si è detto intenzionato ad espellere tutti gli abitanti stranieri che rappresentano un fattore di rischio, imporre sanzioni per chiunque intrattenga relazioni con lo Stato islamico e prevedere due anni di residenza in Francia prima di poter accedere ai sussidi sociali. Sempre riguardo le politiche internazionali, non rinnega la sua vicinanza alla Russia di Putin e un leggero antiamericanismo.

Estremamente vicino ai valori cattolici, il candidato gollista rivela la sua visione conservatrice anche in tematiche sociali, difendendo i valori della famiglia tradizionali, esponendosi contro le unioni civili e l’adozione da parte delle coppie omosessuali.

I temi affrontati e le posizioni prese rappresentano pertanto una linea politica dura e tradizionalista, ma affiancare questa strategia all’uso di un tono moderato e da uno stile aperto al dialogo ha permesso al neo-candidato all’Eliseo di raggiungere un consenso che a marzo potrebbe rivelarsi dannoso nei confronti di Marine Le Pen.

Per quest’ultimo motivo nonostante le tematiche e i valori abbracciati sia da Fillon che da Le Pen siano numerosi, dall’opposizione all’immigrazione alla ricerca di un sistema di sicurezza interno più efficiente, i fattori che li differenziano sono invece pochi ma determinanti. A contraddistinguere i due è specialmente il tono aggressivo , spesso urlato, e la poca moderazione con cui Marine Le Pen si inserisce all’interno del dibattito pubblico.

Nell’ultimo periodo, l’avversaria di Fillon si è dimostrata inoltre molto intransigente nei confronti di quest’ultimo. Come dimostrano il sito web e il profilo YouTube della leader del Front National, il suo staff ha da qualche giorno iniziato a pubblicare dei brevi video in motion graphic che raccontano il “vero Fillon” (“Le vrai Fillon”)

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(dal canale You Tube “Marine 2017”)

I video vogliono descrivere in maniera ironica il candidato del centrodestra mirando a denigrarlo apertamente e senza esclusioni di colpi, una tecnica che abbiamo già avuto modo di conoscere recentemente durante la campagna elettorale statunitense, dove l’attuale Presidente eletto Donald Trump utilizzava come strategia la demolizione del profilo di Hillary Clinton, prima che l’esaltazione delle proprie potenzialità.

Secondo quanto sostenuto dai sondaggi (fonte: elabe.fr) ad oggi il consenso di Fillon supera quello di Le Pen. Non è stato però soltanto il connubio tra la linea economica liberale e una visione tradizionale ad aver favorito la definizione della sua leadership, anche la strategia comunicativa ha avuto un peso determinante nel delinearne la coerenza e evidenziare le potenzialità.

Durante gli appuntamenti con i media Fillon si è sempre dimostrato in grado di adottare un atteggiamento sicuro durante le sue dichiarazioni e cortese nei confronti degli avversari, dando l’immagine di un candidato forte e pronto a essere investito della carica di Presidente.

Nel mondo in cui la strategia comunicativa online attraverso i social network assume sempre più importanza, un mese prima di andare al voto, i volontari dello staff della campagna di Fillon hanno stampato 1,5 milioni di volantini contenenti il programma del candidato e li hanno recapitati a tutti i cittadini potenzialmente interessati. Un altro elemento di stacco rispetto ad altre campagne elettorali.

Il volantinaggio è forse il più “antico” mezzo promozionale dell’epoca moderna, e nonostante le tecniche di fundraising online e l’importanza della Rete si è dimostrato ancora oggi ugualmente efficace. Ad esserne convinto è stato prima di tutti Patrick Stefanini, campaign manager del candidato gollista che già aveva portato alla vittoria l’ex Presidente Jacques Chirac nel 1995.

Al di là di questo aspetto la comunicazione di Fillon si è snodata e continuerà a snodarsi con cura anche in campo digitale. La vera sfida per il candidato e per il suo campaign manager sarà ora quella di declinare l’impronta tradizionale della campagna per le primarie a tutte le necessità delle elezioni generali del 23 aprile.