A partire dagli anni Ottanta, nel corso del doppio mandato di Ronald Reagan, prese forma una nuova stagione della politica: quella della cosiddetta campagna permanente. La campagna diventava permanente soprattutto perché lo sforzo comunicativo rimaneva costante e, da quel momento in poi, ogni presidente ha trovato le sue narrazioni e il suo stile retorico personale e la presidenza retorica è diventata un dato istituzionalizzato. Uno degli aspetti più interessanti di questa nuova stagione, rispetto al quale è maggiormente possibile discriminare le attitudini e le pratiche comunicative di un presidente, è il Going Public, ossia l’appello diretto del presidente al popolo.

Inaugurata dallo stesso Reagan, il quale entrava nelle living rooms americane attraverso il tubo catodico per ottenere il consenso del popolo ai suoi progetti di legge, la pratica del Going Public è diventata nel tempo di uso comune. Negli ultimi decenni, poi, l’evoluzione delle pratiche comunicative e l’ampliamento delle possibilità tecnologiche hanno abbattuto i confini preesistenti che limitavano le interazioni tra politica e cittadinanza, rendendo irreversibile il trend crescente di tale pratica. Social network come Facebook e Twitter, in particolare, permettono oggi di esercitare il Going Public facendo arrivare ai cittadini un messaggio non mediato dai media tradizionali, aggiungendo un ulteriore elemento alla complessa relazione tra politica e mezzi di comunicazione.

Al di là della complessificazione del quadro odierno, il Going Public esercita sempre maggiore impatto quanto più i media fanno da cassa di risonanza e, soprattutto, quanto più colui che lo utilizza è dotato di capacità retoriche.
A tale proposito, l’ingresso di Trump nell’arena politica ha finito per sconvolgere la pratica fin qui presentata. In particolare, l’“amore tossico” tra il 45° Presidente degli Stati Uniti e Twitter, non ha fatto altro che partorire negli ultimi anni una sequela interminabile di tweet compulsivi, battute arroganti, fake news, e pareri infuocati su Paesi vicini e lontani, avversari politici e mondo dell’informazione. Mentre ci si chiede se il linguaggio irriverente utilizzato da Trump sia soltanto una caratteristica del personaggio oppure stia andando a rotoli una prassi comunicativa ormai ancorata allo stile comunicativo dei presidenti, l’iniziativa di un’azienda americana sta dando nuovo lustro ai cinguettii del presidente.
La Toilet-Tweets, azienda produttrice di carta igienica, ha infatti messo in commercio nei giorni scorsi dei soffici rotoloni con impressi i migliori Tweet di ‘The Donald’. Il prodotto, accompagnato da un logo raffigurante un rotolo di carta igienica con l’inconfondibile chioma del presidente americano, è in vendita su Amazon alla non proprio economica cifra di 12 dollari. L’azienda americana non è la prima ad utilizzare Trump per pubblicizzare i propri prodotti. Non mancano infatti porta rotoli parlanti da toilette, il ‘bottone rosso di Trump’ in versione magnetica da frigo e perfino il copripiumino, del brand made in Italy Lenzuolissimi, raffigurante l’ipotetica stretta di mano tra lo stesso Trump e il presidente nordcoreano Kim Jong-un. In attesa che la Toilet-Tweets renda pubblici i numeri delle vendite raggiunte, è interessante riproporre di seguito 5 cinguettii che difficilmente saranno sfuggiti sia al doppio velo dei soffici rotoloni sia a coloro che si interrogano sul futuro della retorica presidenziale:

[Let’s take a closer look at that birth certificate @BarckObama was described in 2003 as being “born in Kenya”] 4:31 PM – 18 May 2012

[It’s freezing and snowing in New York – we need global warming!] 11:24 AM – 7 Nov 2012

[If Hillary Clinton can’t satisfy her husband what makes her think she can satisfy America?] 5:22 PM – 16 Apr 2015

[We should have a contest as to which of the Networks, plus CNN and not including Fox, is the most dishonest, corrupt and/or distorted in its political coverage of your favorite President (me). They are all bad. Winner to received the FAKE NEWS TROPHY!] 6:04 AM – 27 Nov 2017

[North Korean Leader Kim Jong-un just stated that the “Nuclear Button is on his desk at all times”. Will someone from his depleted and food starved regime please inform him that I too have a Nuclear Button, but it is a much bigger & more powerful one than his, and my Button works!] 4:49 PM – 2 Jan 2018