Matteo Renzi ha (ri)lanciato la propria candidatura alla Segreteria del Partito Democratico dal Lingotto di Torino. Un luogo non casuale che richiama il celebre discorso con cui Walter Veltroni nel 2007 diede il via all’esperienza Dem. Dieci anni dopo, il Partito Democratico è una realtà profondamente diversa, segnata da diverse scissioni tra cui quella guidata da Rossi, Speranza, Bersani e D’Alema, ma ad ogni modo partito di governo a livello nazionale e in molte realtà locali: il presidente Gentiloni risulta, inoltre, come l’uomo politico con il gradimento più alto in questo momento

Matteo Renzi e Paolo Gentiloni al Lingotto

ATTACCHI AGLI SCISSIONISTI E A EMILIANO
I fautori della scissione sono stati tra i più attaccati durante i discorsi di Matteo Renzi della tre giorni del Lingotto. In particolare, Renzi, li ha definiti, senza mai nominarli, come “qualcuno che ha tentato di distruggere il Pd”, rivendicando di essere la vera sinistra contro quella che “rincorre i vecchi totem del passato, una macchietta cantando Bandiera rossa a pugno chiuso”.
L’ex premier ha poi sottolineato come «chi parla di Ulivo sono gli stessi che lo hanno distrutto dall’interno», facendo una battuta sulla xylella che ha fatto molto arrabbiare Michele Emiliano.

TOTALE GARANTISMO
Il caso Consip, divampato negli ultimi giorni, non ha tenuto banco durante la convention democratica. Emblematica, però, la scelta di invitare Tommaso Nugnes, figlio di quel Giorgio Nugnes, Assessore a Napoli durante la giunta Jervolino e suicida per un avviso di garanzia per un’inchiesta a suo carico, quasi a voler sfidare i magistrati del caso Consip. Nessun riferimento dal palco all’inchiesta che vede coinvolto Tiziano Renzi e il Ministro dello Sport Luca Lotti, oggetto nelle prossime settimane di una mozione di sfiducia da parte delle opposizioni.  Matteo Renzi ha sposato senza sé e senza ma la linea garantista, affermando un netto No a “chi ha confuso la giustizia con il giustizialismo”. Tra l’ilarità del pubblico ha inoltre espresso solidarietà alla Sindaca Virginia Raggi, indagata per abuso d’ufficio qualche settimana fa, sferrando un attacco ai pentastellati definiti come “garantisti a giorni alterni che si trincerano dietro l’immunità parlamentare per non rispondere dei propri insulti”.

Il discorso di Matteo Renzi al Lingotto

CONTRO DE MAGRISTRIS
Un altro amministratore del Sud è stato vittima di un pesante attacco da parte di Renzi: il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “Non si può negare la parola a un Parlamentare come Salvini anche se dice delle cose che non stanno né in cielo né in terra” ha sottolineato con durezza l’ex Sindaco di Firenze, chiudendo le porte a una (peraltro, già abbastanza improbabile) ipotesi di alleanza futura con sinistra dell’ex magistrato napoletano. “Non possiamo fare alleanze con chi non accetta il principio della legalità in questo Paese. Non si sfascia Napoli per un principio ideologico”. Il riferimento è agli scontri scoppiati durante l’intervento di Salvini nel capoluogo partenopeo.

L’IO, IL NOI E IL FUTURO DEL PD
L’autocritica post-referendum, mai messa in campo completamente, sembra essere completamente accantonata. Renzi ha ribadito la necessità di una visione meno egocentrica del partito e della politica con il tentativo di passare dall’io al noi, ricordando però che «si deve dire io per poter dire ‘noi’». Al netto degli attacchi politici sferzati agli avversari, il discorso di Renzi rappresenta la sua ripartenza dopo la fragorosa sconfitta del referendum costituzionale. Per questo motivo, una bella fetta del suo intervento ha riguardato il tema del futuro e delle prossime generazioni, citando i Millenials come “una generazione nuova che non siamo riusciti a prendere”. La disaffezione dei giovani nei confronti del Partito Democratico è stata uno dei punti critici della segreteria Renzi, manifestatasi in particolare lo scorso 4 dicembre, con circa il 60% dei giovani schierata con il fronte del No. Conquistare le nuove generazione e continuare a proporsi come una novità della politica italiana dopo 1000 giorni di Governo rappresentano le due sfide più importanti per rilanciarsi alla guida del partito e del Paese.

Il discorso di Matteo Renzi al Lingotto